È la terra dalla luce, delle forme di sabbia, le sporgenze rocciose e le città millenarie. Accogliente, con i suoi scenari spettacolari che ispirarono Lawrence d'Arabia e viaggiatori di ogni tempo, la Giordania è il paese dove lo sguardo si perde lontano.
@silvia.ugolotti
Pur al centro di importanti tensioni internazionali– confina con Siria, Iraq, Arabia Saudita e Israele – la Giordania ha scelto la via della pace e Ammam, costruita su colli e alture, è la sua metropoli. Due anime convivono. Quella islamica a est, tutta strade strette e vicoli, e quella più occidentale a ovest. Il cuore antico è nella Cittadella che custodisce il tempio di Ercole, i resti di una chiesa bizantina e il Palazzo degli Omayyadi, con un ingresso monumentale a forma di croce. Davanti al Teatro Romano, costruito ai piedi della Cttadella si apre la grande Piazza degli Hashemiti, c’è piazza degli Hashemiti, dove ci si da appuntamento alla sera per fumare narghilè con una tazza di tè alla menta in mano.
Ma Amman ha anche il suo lato contemporaneo con shopping centre, gallerie d’arte e ottimi ristoranti che mescolano sapientemente carni, verdure e spezie. Tra i migliori indirizzi Fakhr ad-Din che propone cucina libanese in una raffinata e autentica casa giordana. Per la notte The House boutique Suites ha belle stanze, con terrazze e piscine.
È il mare di sale sprofondato nel punto più basso della terra. Settantacinque chilometri di lunghezza per quindici di larghezza, un’enorme depressione alle soglie del deserto. Posto al confine tra Giordania e Israele è da sempre tra le destinazioni termali più famose al mondo per la bellezza e per le virtù terapeutiche. La concentrazione salina delle sue acque (fino al trenta per cento) è sette volte maggiore rispetto a quella dell’oceano, dalle proprietà curative grazie alle sostanze minerali che contiene.
Per bagni di salute e realx, resort con spa, centri terapeutici di avanguardia hanno aperto sulle rive di questo mare lago. Sono veri e propri santuari di benessere per ritrovare l’armonia tra mente e corpo. Si galleggia senza fatica nelle acque dense, ci si lascia curare dalle mani esperte delle terapiste dalla spa del Mövenpick Resort&Spa Dead Sea, che riprende lo stile di un tradizionale villaggio giordano. Sali e fanghi sono alla base dei trattamenti: dallo scrub agli impacchi e i massaggi.
Il viaggio nella storia porta fino a Petra, uno dei siti archeologici più visitati al mondo con templi, teatri e monasteri scavati nella roccia. La città Patrimonio Unesco, inserita anche tra le Sette nuove meraviglie del mondo nel 2007, stregò Lawrence d'Arabia e prima ancora il viaggiatore svizzero Johann Ludwig Burckhardt che la riscoprì nel 1812 dopo un lungo periodo di oblio. Fu la città dei Nabatei, tribù nomade migrata dall’Arabia in Giordania nel VI secolo a.C., popolo intraprendente di commercianti, architetti e ingegneri che vide in questo luogo il perfetto crocevia per il controllo delle rotte commerciali tra Oriente e Occidente. Il loro regno protetto dalle montagne divenne inespugnabile e durò 500 anni fino alla conquista dei Romani.
Oggi le rovine di Petra sono uno splendore da vedere almeno una volta nella vita. Per i colori delle rocce - rosa, rosso, giallo, viola e nero - che sfumando uno nell’altro creando uno splendido gioco cromatico e per le sue architetture: “Il più bel luogo della terra, non per le rovine, ma per i colori delle rocce” disse Lawrence d’Arabia.
Ci si arriva percorrendo il Siq, il canyon di arenaria lungo un chilometro e mezzo che serpeggia fra pareti alte fino a 200 metri strette fino quasi a sfiorarsi. Terme, teatri, monasteri, strade colonnate, tombe reali e sale funerarie: sono circa un migliaio i monumenti conosciuti, tutti scavati nella roccia. Il più famoso è il Tesoro, o Khazne, un’enorme facciata scolpita nella pietra che compare all’improvviso usciti dal Siq. Composta da colonne, capitelli, nicchie e decori stupisce per la grandiosità e l’armonia delle proporzioni
Nei dintorni, si possono fare escursioni alla tomba di Aronne (una giornata) e al Siq al Barid, tempio nabateo detto anche Little Petra. Oppure a Beida, il più antico sito neolitico del Medio Oriente, insieme a Gerico.
Alla sera, per vivere la Giordania a tavola basta indossare il cappello da chef del Petra Kitchen (tel. 00962.3.2155900), un po’ ristorante, un po’ scuola di cucina si prepara un menu arabo guidati da cuochi per poi degustarlo.
Sulle sue rocce è scritta la storia dei popoli carovanieri e le sue sabbie furono il quartier generale di Lawrence d’Arabia: il Wadi Rum o Valle della Luna è il deserto sabbioso di Giordania. Popolato per secoli dai beduini, è un luogo senza tempo, dove la sabbia si mescola alla terra rossa e alle alte rocce granitiche. “Vasto, eccheggiante, simile a una divinità”, lo descrisse Lawrence. Una tranquilla bellezza, che induce al silenzio e a pensieri nuovi.
La visita parte dal Centro visitatori, porta d’ingresso del deserto. A bordo di una jeep, si seguono le piste che accompagnano ad alcune delle meraviglie di questo luogo: il monte Jebel Rum (1754 metri), la seconda montagna più alta della Giordania, le antiche incisioni rupestri sulla roccia che raccontano la vita dei carovanieri attraverso scene di caccia e di vita quotidiana. Poi, archi naturali, alte dune di sabbia e vallate dai contorni sfuocati che sembrano uscire da un sogno.
Per sentire pulsare il cuore del Wadi Rum bisognerebbe trascorre almeno una notte in uno dei suoi campi tendati, circondati da un silenzio immobile e sovrastati da un cielo fitto di stelle. Sembra di poterle toccare se le si guarda con il telescopio del centro astronomico Rum Sky dove esperti si danno il cambio per guidare le osservazioni. Perfetto per questo scopo il Wadi Rum Night luxury resort che propone di dormire all’interno di sfere con il soffitto trasparente.
La vera grande novità del turismo in Giordania è il Jordan Trail un percorso di trekking a piedi di oltre 650 chilometri che percorre il paese da nord a sud e racconta i vari volti del paese. Passa attraverso villaggi e scenari naturali come la Riserva della Biosfera di Dana. Qui, un antico villaggio di pietra è appoggiato sulla punta di un precipizio, una gola tra le montagne scavate da un fiume essiccato. Il villaggio di Dana ha origini antiche e testimonia la presenza dell’uomo da circa 6000 anni.
Sono una manciata di case bianche sperdute nel nulla, antiche costruzioni con i soffitti a volta restaurate dal governo nel rispetto del carattere originale. Nella valle di Dana vivono centinaia di specie di piante e animali come stambecchi, gazzelle di montagna e gatti del deserto. Si può dormire nella Guest House gestita dalla Rscn (la fondazione che gestisce tutte le riserve naturali della Giordania attraverso un sistema di parchi tutelati) accanto al villaggio. Le camere si affacciano sulla profondità del canyon, ognuna con una terrazza perfetta per i momenti di pace e solitudine. La vista è spettacolare, in particolare al tramonto quando i toni delicati della sera si sostituiscono al bagliore accecante del sole.
All’interno l’arredamento è essenziale, ma curato e la cucina propone eccellenti piatti della tradizione. Anche qui è possibile fare trekking lungo sentieri di varia lunghezza e difficoltà. Si possono scalare pareti semplici e canyon più impegnativi per riposarsi alla fine sotto le tende sorseggiando tè alla menta e salvia in compagnia delle guide locali.
Informazioni
Sul sito ufficiale del turismo giordano Visit Jordan si trovano notizie su luoghi di visita e novità.
Il Jordan Pass – che si può comprare online prima del viaggio - consente di entrare a Petra e a 40 siti nel paese per un prezzo base di 70 jd (circa 90 €).
Arrivare
Dall’Italia partono voli Ryanair (ryanair.com) per aeroporto di Ammam
Foto di Silvia Ugolotti e Visit Jordan